mercoledì 5 agosto 2015

Calamarata con friggitelli e guanciale croccante su fonduta di Pecorino Romano DOP

Quante storie vi ho raccontato, cari venticinque cinquantatré lettori, da quando questo blog è stato aperto, circa un anno e mezzo fa?
Storie, e ricette.
Ricette fatte di cura, di passione, di amore, di divertimento, di desiderio di scoprire, di sperimentare, di imparare... e di mangiare!
Eccoli, gli ingredienti delle mie ricette.
Oltre a una nutrita schiera di verdure, legumi, cereali, frutta, zucchero, burro, spezie, cioccolato!
E gli ingredienti delle storie?
Emozioni, sentimenti, passioni, umorismo, risate.
E parole. Tante, tantissime parole.
Voi conoscete le parole con cui vi ho raccontato le mie storie.
Oggi, invece, voglio raccontarvi la storia di una parola.
Sì, perché anche le parole hanno una storia!

Conoscete, immagino, la parola siringa.
Il sito Garzanti Linguistica ci fornisce quattro significati (il secondo dei quali ci porta in un ambito che ci tocca molto da vicino... eheheh!):
1. apparecchio, generalmente di vetro o di plastica, costituito da un tubetto con stantuffo, in cui si innesta un ago forato, usato per iniettare liquidi medicinali nell'organismo o per prelevarne sangue o altri liquidi organici 
2. arnese di cucina costituito da un tubo con stantuffo terminante con un'estremità a forma di cono, usato per introdurre la crema nei dolci e per eseguire decorazioni con crema o altro su torte, tartine ecc. 
3. (mus.) strumento aerofono a fiato di origine popolare e pastorale, formato da una serie di canne di lunghezza decrescente, vuote e otturate in fondo, poste l'una accanto all'altra in modo che le imboccature siano a pari livello: la siringa di Pan
4. (bot.) lillà
Da Una parola al giorno, servizio (gratuito) al quale mi sono da poco abbonata per la mia (e vostra!) gioia, apprendo che
Oggi con questo termine si intende perlopiù lo strumento sanitario usato per iniezioni e prelievi, ideato dal medico francese Charles Gabriel Pravaz verso la metà del XIX secolo: altri prima di lui avevano tentato di costruire strumenti simili, ma fu solo grazie all'applicazione di un'altra invenzione che la siringa di Pravaz vide la luce - l'ago forato, ideato dal medico irlandese Francis Rynd solo pochi anni prima, che permetteva l'impiego della siringa senza dover prima fare un'incisione. 
Questo nome nasce dal termine greco syrinx, che indicava sia uno strumento musicale, sia la canna, il condotto. [...] L'origine di questo strumento è narrata dal mito. 
Siringa era una ninfa amadriade, cioè una ninfa degli alberi, legata alla dea Artemide. Pan, dio silvano dai prepotenti appetiti, aggirandosi nei boschi vide Siringa e - per così dire - se ne innamorò. La ninfa Siringa tentò di sfuggirgli, ma Pan la inseguì fin sulle sponde del fiume Ladone; qui Siringa si rivolse alle Naiadi, le ninfe delle acque, in cerca di aiuto. La ascoltarono, e la tramutarono in un fascio di canne di fiume. Pan, udendo il dolce suono delle canne al vento, ne legò alcune insieme e ne fece un flauto, e lo chiamò "siringa".
Sono sicura che vi ricorderete di questa storia, la prossima volta che avrete a che fare con una siringa... in uno qualunque dei suoi quattro significati!

Calamarata con friggitelli e guanciale croccante su fonduta di Pecorino Romano DOP



Ingredienti per 2 persone:
150 g di pasta, formato calamarata
Per i friggitelli:
400 g di friggitelli (peperoncini verdi dolci) grandi
50 g di guanciale di buona qualità, affettato sottilmente
un quarto di cipolla di media grandezza
Per la fonduta:
4 cucchiai di Pecorino Romano DOP grattugiato finemente
8 cucchiai di latte
Per decorare:
2 friggitelli piccoli
2 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaio di acqua

Preparazione:
Prima di iniziare la preparazione caramellate i friggitelli piccoli. Riunite in un padellino antiaderente lo zucchero di canna e l'acqua, fate sciogliere lo zucchero a fuoco basso e passatevi i peperoncini rigirandoli bene da ogni lato finché saranno lucidi e morbidi. Scolateli su carta da forno, lasciateli raffreddare e teneteli da parte fino al momento di servire la pasta.
Lavate e asciugate i friggitelli e tagliateli a rondelle larghe circa un dito, eliminando il picciolo e quanto possibile dei semi e dei filamenti interni.
Tagliate il guanciale a listarelle piuttosto larghe e fatelo rosolare in una larga padella antiaderente, senza aggiungere olio, a fuoco medio. Aspettate che il grasso si sciolga bene e che il guanciale risulti dorato e croccante, poi scolatelo e tenetelo da parte.
Tagliate a metà per il lungo il pezzo di cipolla e fatelo soffriggere nel grasso liquido per qualche minuto, poi eliminatelo e versate nella padella i friggitelli tagliati a rondelle. Fateli insaporire a fuoco vivace per qualche minuto, poi chiudete con il coperchio, abbassate la fiamma e portate a cottura, aggiungendo eventualmente un goccio d'acqua per mantenere umido il fondo di cottura. Salate.
Cuocete la pasta, scolatela al dente nella padella dei friggitelli, aggiungete le listarelle di guanciale e fate saltare il tutto mantecando con qualche cucchiaio dell'acqua di cottura della pasta.
Nel frattempo fate sciogliere il Pecorino Romano DOP nel latte a fuoco basso fino a ottenere una salsa omogenea e piuttosto fluida. Versatela sul fondo dei piatti individuali e disponetevi sopra la pasta con i friggitelli e il guanciale.
Completate con un peperoncino caramellato e servite.

2 commenti:

  1. Pensa te quanti significati e leggenda dietro una siringa! Sicuro da oggi ogni volta che la userò penserò al tuo post!
    Proprio ieri sera dicevo a mio marito che i peperoni non mi piacciono se non da soli. Arrivo qui, vedo questa pasta e la mia convinzione vacilla... mmmm te farò sape'!
    Partiti già per le vacanze?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma questi sono friggitelli, mica peperoni normali! Sono fatti apposta per far vacillare le convinzioni! ;o)
      Fammi sapere come va a finire! :D

      Elimina

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